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Testo Rotta Maggiore (Partenza)
Testo Rotta Maggiore (Partenza)
Il colore della porta era di un verdone scuro
La guardavo senza sosta e aspettavo che cadesse il muro
Dopo anni ho trovato le chiavi
Che non chiudono le mie paure
Quello è giusto che ci siano sempre
Che non abbiano le serrature
Mi hanno dato le scarpe coi chiodi
Per non scappare troppo lontano Per il mio villaggio delle fate
Lascio sempre un saluto ed un bacio
Cade la pioggia acida sul prato
L'asfalto che si mangia lo sterrato
Il mondo bello non si può vedere
Me lo ero solo immaginato
Se guardo indietro vedo la mia strada
Da quando sono scappato di casa
Vedo un racconto da mettere via
Ma c’è la penna sulla scrivania
E canto una vita spericolata
L’aria di Genova non è cambiata
Riguardo una vecchia fotografia
Com’è cambiata la mia compagnia
E poi ho staccato i chiodi
Sono caduto camminando cento volte ormai
Questo equilibrio è per pochi
Per chi ha le calze bucate, i pensieri coi nodi
Non voglio ragione ma convincere chi mente
Anche davanti alle prove copre la luce del sole
Salgo coi piedi sui tetti dei treni
Tappeti sui vetri non vedi là
Se guardo indietro vedo la mia strada
Da quando sono scappato di casa
Vedo un racconto da mettere via
Ma c’è la penna sulla scrivania
E canto una vita spericolata
L’aria di Genova non è cambiata
Riguardo una vecchia fotografia
Com’è cambiata la mia compagnia
La guardavo senza sosta e aspettavo che cadesse il muro
Dopo anni ho trovato le chiavi
Che non chiudono le mie paure
Quello è giusto che ci siano sempre
Che non abbiano le serrature
Mi hanno dato le scarpe coi chiodi
Per non scappare troppo lontano Per il mio villaggio delle fate
Lascio sempre un saluto ed un bacio
Cade la pioggia acida sul prato
L'asfalto che si mangia lo sterrato
Il mondo bello non si può vedere
Me lo ero solo immaginato
Se guardo indietro vedo la mia strada
Da quando sono scappato di casa
Vedo un racconto da mettere via
Ma c’è la penna sulla scrivania
E canto una vita spericolata
L’aria di Genova non è cambiata
Riguardo una vecchia fotografia
Com’è cambiata la mia compagnia
E poi ho staccato i chiodi
Sono caduto camminando cento volte ormai
Questo equilibrio è per pochi
Per chi ha le calze bucate, i pensieri coi nodi
Non voglio ragione ma convincere chi mente
Anche davanti alle prove copre la luce del sole
Salgo coi piedi sui tetti dei treni
Tappeti sui vetri non vedi là
Se guardo indietro vedo la mia strada
Da quando sono scappato di casa
Vedo un racconto da mettere via
Ma c’è la penna sulla scrivania
E canto una vita spericolata
L’aria di Genova non è cambiata
Riguardo una vecchia fotografia
Com’è cambiata la mia compagnia
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