Testo Ti Mancherò

Testo Ti Mancherò

Come le mani dei morti
Il freddo delle mie mani mi ricorda la sensazione che provai il giorno in cui mio padre morì. Lui giaceva nel reparto di rianimazione e sembrava quasi che dormisse. Sorrideva con gli occhi socchiusi. Il primario aveva appena comunicato a me e a mia madre che non avrebbe superato la notte e che l'ictus che gli aveva devastato il cervello non ce l'avrebbe mai più restituito come prima, urlai dentro di me. Un urlo lancinante ma muto. Il dolore più assurdo che io abbia mai provato, sordo e inodore tagliente come un laser invisibile ma devastante. Vorrei vederlo per l'ultima volta accarezzarlo salutarlo. Lo baciai sulla fronte e glki accarezzai le mani erano calde vive. Il giorno dopo, nella camera ardente, la morte si era completamente impadronita di lui era bianco vitreo. Il rossore che colorava la sua pelle la sera prima in sala rianimazione aveva lasciato il passo ad una maschera di cerore come quella degli attori di teatro e la sua espressione non sorrideva più. Il viaggio era iniziato e doveva essere duro dover lasciare il mondo a cinquant'anni così all'improvviso mentre mi chinai per appoggiare la sciarpa della fiorentina ed una bandiera rossa dentro la bara gli sfiorai le mani e non dimenticherò mai quel gelo quella sensazione di immobilità perenne di inerzia priva di calore e di vita. Lui non era più lì. E' rimasta la sua carcassa vuota e inutile. L'anima, quella era passata nel mio cuore la sera prima quando l'avevo baciato. Le lacrime, l'io dei volti. Segnandole come l'aratro che traccia il ventre della terra madida di aspettative per il seme che andrà a fecondarla ma il frutto può anche non sbocciare mai o venire su marcio. Dipende dal seme, dipende dalla terra, dipende dal luogo. Ti mancherò le volte che cadranno i veli e che le rondini torneranno ai tetti. Ti mancherò se il vento proverà a spostarti e quel bicchier di vino va a svuotarsi.
Testi di Totò Zingaro Contromungo