Testo Cologno

Testo Cologno

Anime insonni vagan per le sue strade di notte
(lei) crean forme contorte,(lei)proiett luci di giochi e di ombre
all'orizzonte l'ultimo lume si è spento la città dorme
donando baci al neon a chi la vive così di sua sponte.
confonde,ponendosi domande da sola e dandosi le risposte
risponde l'eco del vento che striscia da sotto al ponte
E' una madre i cui occhi si specchiano in palazzi di vetro
le cui strade mi cullano e proteggono dall'esterno come un feto
culla rami di salici,gonfia abiti,mormora
tinge palazzi che albeggiano di rosso porpora
di notte la noia gira i suoi viali con la sorte,
si guardan negli occhi vita e morte stando seduti di fronte
son giostre di chi si uccide di forse e chi se ne fotte
ha le croste di ferite inferte da tag e siringhe rotte
a volte (lei) mi bacia ma mi fa male e penso che morde,
a volte (lei) mi lascia solo insegnandomi ad essere forte.

sotto i miei piedi sulla mia bocca si autocita
nei miei testi nel mio sangue dentro la mia vita
cologno è questa,molte volte dico vado non torno
ma odio gli addi e lo scopro quando cala il tramonto

La mia città mi ama,si dona in ogni sua strada
mi seduce,mi prende,mi abbandona,mi lascia,mi chiama
dorme anche l'ultima casa, alberi spogli come frak in un gala,
si accende con poco clamore un lume a una finestra lontana
E' un viaggio che inzia cn quella piccola stella nascente
che mi fa inventare una storia dal niente,poi si pente
si riconcilia alle tenebre,la luce lentamente si spegne
debole striscia l'acqua di una fontana come un serpente
si svuota e si riempe,una melodia che ammalia
le macchine dormono stanche come leoni nel sahra
è un tepore che avvolge come il calore di casa
sa essere dolce come è vero che sa anche essere amara.
si impara,come amarla senza che si stanchi
mi provoca scuotendo i palazzi cm una donna che muove i fianchi
di notte traveste scene dismesse lentamente si spoglia
per rivestirsi di frammenti di vita oltre la soglia.

rit.

Di notte tutto tace poi lentamente la città prende vita
mi racconta storie che riaprono qualche vecchia ferita
il silenzio mi bacia i capelli mi guida
le sue strade mi prendon per mano accarezzandomidolcemente le dita
l'amore che ha in riserbo per me va oltre
lo vedo nei suoi occhi che come fari diradan la coltre
di nebbia che si stende sui sui viali sui colli e l'avvolge
un manto di sonno in cui la luce di ogni lampione socombe.
mi consiglia, la calpesto senza direzione
bisbiglia,favole antiche il vento che sbatte sul portone
mi dice cosa è giusto e cosa è sbagliato,
mi fa vedere quello che la luce del giorno non mi aveva mostrato
Si veste di cartone,cemento,foglie,catene,
è un walzer per poche falene,dirigon l'orchestra lontane sirene
se ce n'è fosse il tempo mi farebbe vedere il resto
che mi tiene in serbo,ma la città è pronta al risveglio
Testi di Nippon Il Vandalo