Testo Nicola La Gobba

Testo Nicola La Gobba

Nicola aveva la gobba,
l'artrosi, la gotta e una vertebra d'oro
la sua morfina una finestra di luce
franata di sera sul molo

lui non sapeva dormire
all'alba parlava con i pescatori,
teneva in bocca una pagliuzza di fieno
e in tasca cocci di mare

poi vide dietro le sue palpebre cromate
una sfilata di Cleopatre
invitarlo con un baci
bianche vesti trasparenti,
carni dure, pesci spada
e un alligatore rosa con ilfrac -
e una frustata di piacere disperato
tratteneva con le dita chiuse a pugno
ma quel sogno con un ghigno se ne andò

Nicola visse le notti
cercando tra i piedi il-logico filo,
le ballerine sulle spiagge argentate
ridevano del suo profilo

parlava solo dialetto
e lo parlava male per via della tosse,
intanto il mondo vorticava al suo fianco,
stanco, stupido e fesso

Nicola ha un circo nella manica dell'asso
una chiarezza di paesaggi di montagna
fatti a struzzo la certezza che la luna
qualche volta gli ha parlato di una terra
dove il mare è sempre blu
se guarda bene l'Adriatico lontano
ci si perde coi pensieri di un bambino
e in un sogno clandestino se ne va


Testi di Daniele Maggioli